domenica 8 agosto 2010

Il coprifuoco a Rapallo

Ci sono trecento abitanti di Rapallo che dalla scorsa primavera vivono con il coprifuoco: a casa alle 20,30 di sera, e fino alle 6 della mattina dopo. Il coprifuoco è sospeso il sabato sera, mentre la domenica comincia solo alle 22,30. E' stato sospeso qualche giorno in occasione delle feste di Luglio.

Pensiamo a cosa vuol dire: vita sociale compromessa (nessuna partecipazione a cene, incontri serali, presentazioni), ritorno tardivo dal lavoro precluso, partenze mattiniere impossibili. I pendolari devono sperare che i treni non facciano le bizze.

Secondo le previsioni, il coprifuoco dovrebbe durare fino a settembre.

Ci riferiamo, è chiaro, a Sant'Andrea di Foggia, dove, per i lavori stradali, la strada di accesso la notte è chiusa, e alle sue propaggini sulla montagna di Arbocò e Chignero.

Quello che meraviglia, ed è per quello che ne scriviamo, è che fino a questo momento non ci risulta nessuna protesta, lettera aperta, comitato ad hoc. Trecento persone non sono poche, certo, ci sono gli anziani, che vanno a letto con le galline, i bambini, ma, gli altri?

Sarà perchè i trecento sono consapevoli dell'importanza dei lavori e accettano stoicamente i disagi? E' possibile, e se è così ci rallegriamo del senso civico di questi nostri concittadini.

Però noi, che ormai abbiamo i capelli bianchi, ricordiamo cosa diceva un politico sei volte presidente del Consiglio: che a pensar male qualche volta ci si azzecca.

Foggia è un baluardo del moderatismo politico rapallese. Da sempre. Nell'immediato dopoguerra si raccontava di un abitante che si era candidato alle elezioni comunali in una lista civica, prese una sola preferenza, la sua. Non lo aveva votato neanche la moglie.

Alle ultime regionali su circa 150 votanti, a Sant'Andrea di Foggia il PD ha avuto 11 voti, il resto è stato raccolto dal Centro Destra, o da una lista del centro-sinistra, che però a Rapallo fa capo a persone della maggioranza comunale.

Noi pensiamo che il controllo del territorio abbia sterilizzato ogni protesta.

Non vorremmo che il destino di Foggia sia il prossimo destino di Rapallo.



lunedì 29 marzo 2010

Elezioni: a Rapallo crolla il PD.

I dati di questo pomeriggio sono chiari, il PD, con i suoi 2049 voti, pari al 14,64%, ha perso esattamente un terzo dei voti che aveva preso lo scorso giugno alle elezioni europee (3067, 21%). Ha fatto ben peggio di Chiavari, dove l'emoraggia si è fermata a 2890 voti, 21% (contro 3398 voti, 24% a giugno), o a Sestri Levante, dove ha preso 3031 voti, 32% (3454 e 34% a giugno).
Dove sono andati i voti: in gran parte nella lista personale di Burlando, che a Rapallo ha totalizzato 1800 voti, 13%; a Chiavari e a Sestri Levante invece la lista ha preso ben poco, tra il 2 e il 3% (cioè sui 300 voti in entrambe le città).
Merito (o colpa) quindi di Capurro che correva proprio con la lista del presidente? Può darsi, e però vorrebbe dire che alla fine la lista ha preso i voti sempre all'interno del centro sinistra, quindi ha attratto poco tra indecisi, incerti e del centro destra.
Ma probabilmente anche merito (o colpa) della scarsa visibilità che il PD ha avuto in questa campagna elettorale, quasi si accontentasse che qualcuno (Capurro) portasse voti a Burlando, dimenticando il primo dovere di un militante di un partito, è cioè cercare di conquistare i più voti possibili alla propria lista.

domenica 7 marzo 2010

Legalità vo' cercando...

Il paese delle troppe leggi? Forse. il Paese della legalità, parrebbe no di certo. Due notizie, ampiamente commentate e scollegate, se lette assieme danno un'idea sconcertante della legalità nel nostro Paese.
La prima, le liste PDL e Formigoni, riammesse con decreto ad personam. Quando la legalità è stata violata, si modifica la legge. Intendiamoci, giusto politicamente riammettere almeno il listino a Milano, ma l'impressione è che per molti le leggi siano lacci e lacciuoli da tagliare, evitare.
La seconda, la regione Liguria che presta assistenza legale al pendolare che ha bloccato il treno. Anche qua, sono un pendolare anch'io, si comprende perfettamente la rabbia dell'uomo, e l'impotenza dell'ente a dialogare con i vertici di Trenitalia. La Regione vuole dare il segnale che è con i pendolari, specialmente in periodo elettorale. Però il segnale è anche che le leggi possono essere aggirate, violate, che se si ha un valido motivo si possono bloccare i treni.
E' un percorso scivoloso: lo stato di diritto si è affermato nella penisola a partire dalla Lombardia asburgica settecentesca. E' lo stato di diritto che salvaguardia i deboli contro i forti, i cittadini contro lo Stato. Guai al Paese dove lo stato di diritto viene vissuto come un laccio e un lacciuolo da tagliare.