sabato 8 agosto 2009
Io voto Ignazio Marino
domenica 5 luglio 2009
Una tradizione unica?
Possiamo osservare che nella sua intervista il Sindaco identifica la comunità cittadina come un corpo unico e indefinito, il cui futuro deve essere indissolubilmente legato al ricordo e alla tradizione di Montallegro. Così dicendo dimostra di aderire alle teorie del “comunitarismo”, movimento filosofico da qualche decina d'anni diffuso anche nel nostro Paese, il cui più noto epigone è senz'altro Marcello Veneziani, che gli dedicò un libretto.
Cancella però con poche parole tutta la grande tradizione europea ed occidentale, l'illuminismo e il liberalismo, per i quali gli uomini sono portatori di doveri e di diritti individuali.
Non è certamente solo, neanche a Rapallo, e proprio su questo sito ne leggiamo un altro esempio (nell'articolo dedicato alla festa di San Pietro).
Ma noi sappiamo che non è così, che le nostre società sono, e sono sempre state, articolate, con storie e tradizioni differenti, che si intersecano e si dividono. E allora diciamo chiaramente che anche a Rapallo, ci sono state feste e celebrazioni popolari, con fuochi d'artificio e quant'altro si usa per far festa. Celebrazioni poi, per le vicende della storia, scomparse.
Montallegro è una storia di una parte di Rapallo, maggioritaria certamente, che in una piccola città com'era fino a cinquant'anni fa poteva anche apparire “di tutti”. Ma le migrazioni interne prima, e ora esterne, hanno portato nuove persone, nuove confessioni religiose. A un protestante, e a Rapallo ce ne sono, come spieghiamo l'apparizione?
E' per questo che nelle scuole, piuttosto che una storia che divide, si deve insegnare il nostro patrimonio comune della civiltà europea, illuminista, democratica e soprattutto tollerante.
lunedì 27 aprile 2009
Ich bin ein Berliner!
BERLINO - La laica capitale tedesca ha detto no alla pari dignità dell'ora di religione. Il risultato del referendum tenutosi ieri, secondo i dati non ancora ufficiali ma già quasi definitivi, suona anche come una chiara sconfitta per la Cancelliera Angela Merkel, che pochi giorni fa si era schierata di persona a favore del sì. Gli stessi promotori della consultazione popolare ieri sera hanno ammesso la sconfitta. Il referendum, indetto dopo una raccolta di firme di "Pro Reli", organizzazione sostenuta dalle chiese e dalla Cdu (il partito della cancelliera) chiedeva ai berlinesi se volevano ripristinare la pari dignità dell'ora di religione con la lezione di etica. Attualmente a Berlino - capitale, ma anche città-Stato, uno dei sedici Bundeslaender - diversamente da altrove in Germania, l'etica è materia obbligatoria mentre la religione è disciplina facoltativa: chi la sceglie deve fare un'ora in più. La partecipazione al voto è stata bassissima, del 28,2% circa. E già; questo indicava fin dal primo pomeriggio un consenso insufficiente all'iniziativa del movimento pro-religione. Poco dopo le 20, in base al conto del 96% dei voti espressi, il no alla pari dignità dell'ora di religione raggiungeva il 51,3, contro il 48,5 dei sì. Sono andati a votare appena 710 mila sui circa 2,4 milioni di aventi diritto al voto a Berlino. Questo vuol dire che, rispetto al totale del corpo elettorale nella città, i sì all'ora di religione sono soltanto il 13,7% . Molto meno del 25% dei sì che la legge avrebbe richiesto per una loro vittoria, anche se i sì fossero stati in vantaggio. Il risultato del referendum di ieri è importante per almeno due motivi, nella Germania e nell'Europa di oggi. Primo, perchè Berlino riunificata conferma la vocazione di città più laica e più decisa alla separazione tra Fede e pubblici poteri in tutta la Repubblica federale. Secondo ma non ultimo, perchè a pochi mesi dalle elezioni politiche federali, previste per fine settembre, la CduCsu , pur essendo in schiacciante vantaggio nei sondaggi rispetto alla socialdemocrazia, Spd, sua alleata nella Grande Coalizione ma rivale alle legislative, appare su alcuni temi specifici non imbattibile e non invulnerabile.