giovedì 28 giugno 2007

La nave Rossetti

Che per le feste di Montallegro sia in porto a Rapallo una nave della Marina Militare a nome Rossetti è una coincidenza che ai più non dirà probabilmente nulla. Eppure Raffaele Rossetti a Rapallo visse a lungo tra le due guerre, fulgida figura di combattente, di antifascista e di militante della sinistra democratica.
Ufficiale della Marina durante la Prima Guerra Mondiale, prese parte nel 1918 all’affondamento della corazzata austriaca Viribus Unitis a Pola; dopo la guerra si stabilì a Rapallo. Non sappiamo se era solo un simpatizzante o un militante repubblicano, comunque il suo nome appare nel 1924 come sottoscrittore a favore della Voce Repubblicana, unico a contribuire al foglio del PRI in tutta la Riviera da Genova a La Spezia. Era l’anno del delitto Matteotti, e la Voce Repubblicana fu il primo giornale che indicò nel fascismo il responsabile dell’assassinio del deputato socialista. Memorabile il processo per diffamazione intentato contro i giornalisti.
Dopo il 1925 e la fine delle libertà Rossetti, eroe di guerra e medaglia d’oro al valore, si permetteva azioni che ad un altro sarebbero costate botte e confino. Ancora qualche decennio fa i vecchi rapallesi ricordavano che nelle giornate canoniche delle feste fasciste (21 aprile, 28 ottobre) esponeva un copriletto rosso dalle finestre della sua villa, sotto Sant’Ambrogio. Ai fascisti che salivano rumorosamente da Rapallo si presentava al cancello nascondendo la sua medaglia sotto il bavero della giacca, per esibirla alle prime ingiunzioni chiedendo nel contempo cosa avevano da dire a un decorato. Al che i fascisti restavano prima interdetti e poi lo pregavano gentilmente di togliere, per favore, il drappo. Cosa che faceva subito.
Dopo la guerra come molti abbandonò Rapallo, sembra per Milano.
Rapallo lo ha ricordato intitolandogli una via interna, tra via Boccoleri e via Trieste, e i repubblicani di Rapallo lo ricordavano con il nome della sezione.
Ci farebbe piacere che qualcuno, in modo un po’ meno clandestino di questo blog, lo ricordasse ai giovani.

martedì 26 giugno 2007

...un'altra foto


Un'altra foto ancora

Anche i laici vanno in vacanza


Anche noi ci siamo presi qualche giorno di riposo sabbatico e siamo andati in vacanza. Chissà se in futuro ci sarà ancora possibile visitare il paese dove abbiamo scattato queste foto, o se invece dovremo limitarci ai paesi "religiosamente corretti"?

mercoledì 13 giugno 2007

Ritorno al passato

Perfettamente azzeccato il titolo di Menabonews ieri mattina: Rapallo, ritorno al futuro. Perché il risultato elettorale di Rapallo altro non è stata che la stanca ripetizione di un rituale che si perpetua ormai dalla fine della guerra (la II guerra mondiale): la vittoria elettorale della balena bianca. Capurro tre anni fa era stato un’eccezione.
Conoscenza del territorio, presenza nelle varie associazioni locali, rapporto stretto con l’elettorato sono alcuni degli elementi che hanno contribuito a questo risultato. Possiamo trovarne altri, più oggettivi? Voglio dire, nei cromosomi di Rapallo c’è scritto questo dominio moderato?
Proviamo a ragionarci sopra: il 46 per cento delle abitazioni di Rapallo sono seconde case, abitate solo per alcuni periodi dell’anno. Quindi Rapallo, con una popolazione residente di 30.000 abitanti, in realtà ha servizi per una popolazione ben superiore; più negozi, più artigiani, in sostanza più partite Iva. In termini elettorali questo significa che il bacino elettorale del centro-destra è più ampio che in una città analoga, a Chiavari, ad esempio, le seconde case sono solo un quarto dell’intero patrimonio abitativo.
Inoltre molte di queste partite Iva devono rivolgersi di frequente all’autorità comunale per aspetti della loro attività: ottenere una licenza, mettere un’insegna, aprire un dehors, ottenere un passo carrabile. Prima della riforma della dirigenza pubblica, con le leggi Bassanini nella seconda metà degli anni novanta, questo voleva dire presentare la richiesta direttamente al politico amministratore pubblico…
Ma questa spiegazione non è sufficiente. Guardiamo la storia recente: Rapallo non ha mai avuto non dico fabbriche, come a Sestri Levante, ma neanche attività commerciali di un certo livello che abbiamo permesso l’affermarsi di una borghesia produttiva, come a Chiavari. E neanche una flotta peschereccia come a Santa Margherita Ligure.
Il borghese di Rapallo è stato un bottegaio, nel senso letterale della parola, o un emigrato di ritorno, l’imprenditore non è mai andato oltre l’impresariato, cioè il costruttore di case. E’ quindi mancata una coscienza di sé e della propria forza, soprattutto è mancata l’affermazione di valori nuovi e moderni rispetto ai valori tradizionali della società. La città non è stata in grado di esprimere intellettuali che si potessero inserire nei grandi filoni del momento, ma che – al contrario – hanno limitato le loro ricerche agli avvenimenti e soprattutto alle fonti locali.
Si comprende allora il forte radicamento dell’aspetto religioso rispetto ad altre città della riviera. Religioso in senso molto ampio, i fuochi d’artificio, le celebrazioni – non solo religiose – per Montallegro. I politici, prima della D.C. e poi del centro destra, in questo ambiente si sono mossi molto abilmente, traendone voti e influenza.
E sono state le organizzazioni religiose che hanno raccolto i rampolli della piccola borghesia locale, li hanno formati intellettualmente, li hanno indirizzati, naturaliter, verso i partiti moderati.
In questo ambiente la sinistra politica ha sempre rappresentato un mondo alieno; alla sinistra appartenevano le famiglie operaie, dove operai significava quasi esclusivamente muratori. Ma era, appunto, un altro mondo, estraneo ai valori dominanti nella città.
Le dimensioni della maggioranza moderata sono sempre state imponenti: se negli anni cinquanta voleva dire oltre la metà dei voti, gli anni settanta e ottanta hanno visto erodere questo zoccolo di molto poco. Per riprendersi tutto nel 1990 quando la D.C. ha raggiunto il 50 per cento dei voti e 19 consiglieri comunali su 30.
Domenica scorsa ha rappresentato un continuum con il passato, e ben ha fatto l’ancora candidato sindaco ad annunciare un assessorato alle tradizioni, perché anche sulle tradizioni ha raggiunto il suo risultato.