La costruzione della
nuova via Aurelia che percorre la Riviera Ligure di Levante, iniziata
durante l'Impero Francese venne poi completata dal governo sardo; per
quanto riguarda Rapallo i lavori vennero eseguiti nel biennio
1819-1820. Per la città non furono indolori, come in tutte le opere
pubbliche vi furono demolizioni di edifici per fare spazi alla nuova
viabilità. Ma fu anche il momento per liberare Rapallo, i campi e
l'abitato, dall'incubo alluvioni, con la regimentazione del Boate e
del Cereghetta. Di recente all'Archivio di Stato di Genova ho trovato
alcuni documenti di quegli anni, che per essere meglio compresi vanno
confrontati con la piantina di Rapallo del Vinzoni, della seconda
metà del XVIII secolo.
In una lettera al
Sottointendente (l'Intendente aveva un titolo equivalente al
Prefetto) dell'agosto 1818, il sindaco Agrifoglio chiedeva che i
progetti, realizzati nei decenni precedenti per la regimentazione dei
torrenti, e che in Comune non si trovavano fossero cercati e
restituiti al Comune, in quanto sarebbero serviti al progettista
della strada. Scriveva infatti che secondo le aspettative la “strada
carrozzabile” avrebbe attraversato i torrenti Boate e Cereghetta
(che nella pianta del Vinzoni scende fin quasi al mare), “i quali
hanno già per più volte dannificato i terreni adiacenti, ed
inondato il paese medesimo con i debordamenti”. Vennero fatti
piani, scriveva Agiroffo, e al tempo del governo Francese tutto venne
portato a Chiavari (che era sede del Dipartimento degli Appennini).
Per cui ora chiedeva al Sottointendente di far eseguire tutte le
ricerche per ritrovare i documenti “concernenti il Boate e
Cereghetta di questo comune”.
Quando nel 1819 la strada
arrivò a Rapallo, sul Boate non venne costruito un ponte ma un
semplice guado, che dava problemi, se a settembre il sindaco scriveva
che “ancor oggi sul mezzogiorno, e sono giorni di tempo buono, una
carrozza è rimasta in mezzo al fango sino all'asse delle ruote”.
Il lavoro per riparare la strada è gravoso, continuava il Sindaco, e
il comune da solo non ce la può fare.
E veniamo alle demolizioni.
Una delle case abbattute si trovava nell'attuale Piazza Garibaldi. Se
si osserva la pianta del Vinzoni si vede una casa rettangolare in
mezzo alla piazza, nella parte più ampia (di fronte alla pasticceria
Canepa, per intendersi). La casa apparteneva a un certo Canezza, ed
era affittata. C'è varia corrispondenza tra il comune e il
Sottointendente, riguardo la cifra dell'indennità da dare al
proprietario. C'è una lettera, sempre del sindaco Agrifoglio, del
settembre 1820, nella quale quest'ultimo si dissocia dal prezzo
stabilito, che era stato calcolato in base al valore degli affitti.
In un'altra lettera il
sindaco si lamenta delle varie demolizioni subite dalla città. Anche
se non se ne trova traccia nei documenti, dall'esame della pianta
vinzoniana probabilmente un'altra casa venne abbattuta all'entrata a
ponente dell'attuale piazza Cavour, e la parte centrale dell'attuale
via Mazzini, lato nord, pare abbia dei portici, di cui non c'è
memoria storica.
Nel 1819 Vittorio
Emanuele I venne a visitare la Riviera di Levante. Fino a Rapallo
venne in carrozza, poi proseguì a cavallo, segno che oltre non
continuava, fino alla Spezia, ritornando su una feluca.
In un'altra lettera del
1820 si trova la spesa occorsa per la “nuova inalveazione ed
arginatura di questo torrente Boate”, che ammontava a lire 4.000,
che, a quanto parrebbe dal contenuto, venne suddiviso tra i
proprietari cittadini.