Abbiamo trovato altri
documenti sulla costruzione dell'Aurelia. A Levante vennero
parzialmente demolite alcune case. Leggiamo in una lettera del 1822:
“Il Supplicante Giovanni Battista Peirano fa parte dei disgraziati
danificati nel paese di Rapallo a causa della strada carettiera che
passa in essa, avendo una casa di due piani e fondi nel luogo detto
Pozarello (dovrebbe essere presso la spiaggia delle Clarisse), che
resta a fianco mediante un piccolo vico di quella del signor Pietro
Battista Molfino della quale viene obligato a tagliare la muraglia di
fronte nonostante che senza un tale demolimento vi siano da Levante
palmi ventisette di strada netta di ogni impedimento e più palmi
trenta a Ponente dove ha tagliato il fabricato del detto signor
Molfino”.
Il Peirano sosteneva che
la sua casa veniva danneggiata per risparmiare “un canto” del
Molfino che già doveva essere demolito; per evitarlo la strada ha
fatto una curva, scriveva, per la quale ora si deve danneggiare la
sua casa. Chiedeva in sostanza che non facessero la curva e
tagliassero l'angolo del Molfino.
Abbiamo anche una
risposta, non firmata, nella quale apprendiamo che il Peirano si
sbagliava, ma soprattutto che la casa del Molfino si trovava
“secondo una nuova linea retta che va dal nuovo angolo occidentale
del predetto edifizio Molfino all'estremità orientale del giardino
appartenente al signor Raffo, il quale deve anche esso abbattere e
rifarne il muro.”
Troviamo anche una
lettera di Gio Batta Molfino (che dal tenore e dal nome non è il
Molfino precedente), che scrive di essere “da quasi un anno
spogliato di una casa di tre appartamenti avendo dovuto demolirla in
brevissimo termine per ordine dell'autorità locale “restando ora
senza un posto dove abitare e senza la rendita degli affitti delle
case locate”. Chiedeva pertanto un anticipo di indennizzo. Sarà
stata la casa dell'attuale piazza Cavour?
Anche le suore Clarisse
non erano contente: in una istanza si lamentavano che “la nuova
strada carrozzabile che attraversa il luogo di Rapallo porta via
quella porzione del loro fabbricato che contiene il loro refettorio,
la cucina e altri luoghi che sono necessari … alla loro Comunità”.
Era pertanto necessario ricostruirli, ma al momento non avevano i
soldi necessari, chiedevano quindi di avere un anticipo sugli
indennizzi, appena saranno disponibili.
Ma ritorniamo al Boate e
ai lavori per la sua sistemazione; evidentemente non erano serviti,
perchè il sindaco, il 26 ottobre 1822, alle ore 7 di mattina,
scriveva all'Intendente lamentando “lo stato attuale in cui
trovasi questa città inondata lungo la sua estensione … fino alla
battigia” , i dubbi sui lavori fatti erano fondati. Il 9 novembre
successivo il sindaco, Molfino, trasmise all'Intendente la
deliberazione della giunta con il progetto dei lavori da fare. Non
sappiamo cosa poi venne fatto, le inondazioni sono comunque
continuate fino ai nostri giorni.
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