Possiamo osservare che nella sua intervista il Sindaco identifica la comunità cittadina come un corpo unico e indefinito, il cui futuro deve essere indissolubilmente legato al ricordo e alla tradizione di Montallegro. Così dicendo dimostra di aderire alle teorie del “comunitarismo”, movimento filosofico da qualche decina d'anni diffuso anche nel nostro Paese, il cui più noto epigone è senz'altro Marcello Veneziani, che gli dedicò un libretto.
Cancella però con poche parole tutta la grande tradizione europea ed occidentale, l'illuminismo e il liberalismo, per i quali gli uomini sono portatori di doveri e di diritti individuali.
Non è certamente solo, neanche a Rapallo, e proprio su questo sito ne leggiamo un altro esempio (nell'articolo dedicato alla festa di San Pietro).
Ma noi sappiamo che non è così, che le nostre società sono, e sono sempre state, articolate, con storie e tradizioni differenti, che si intersecano e si dividono. E allora diciamo chiaramente che anche a Rapallo, ci sono state feste e celebrazioni popolari, con fuochi d'artificio e quant'altro si usa per far festa. Celebrazioni poi, per le vicende della storia, scomparse.
Montallegro è una storia di una parte di Rapallo, maggioritaria certamente, che in una piccola città com'era fino a cinquant'anni fa poteva anche apparire “di tutti”. Ma le migrazioni interne prima, e ora esterne, hanno portato nuove persone, nuove confessioni religiose. A un protestante, e a Rapallo ce ne sono, come spieghiamo l'apparizione?
E' per questo che nelle scuole, piuttosto che una storia che divide, si deve insegnare il nostro patrimonio comune della civiltà europea, illuminista, democratica e soprattutto tollerante.